Teatro

Virgilio Sieni: Deposizione e Crocifissione

Virgilio Sieni: Deposizione e Crocifissione

Virgilio Sieni, coreografo e danzatore, è protagonista della danza contemporanea italiana e internazionale a partire dai primi anni ‘80. Nei suoi recenti lavori Virgilio Sieni si è ispirato a diverse fonti letterarie, da Claude Lévi-Strauss a Aristotele, a Lucrezio. Come premesso dal titolo, per i due quadri  Deposizione  e Crocifissione  si confronta con le sacre scritture, in particolare con gli episodi relativi alla passione di Cristo. Ciascuno dei due quadri si inoltra nel racconto evangelico della passione di Gesù ricercando il senso della comunità.

In Deposizione l’abiltà plastica del danzatore non vedente Giuseppe Camuniello plasma, entro un perimetro circoscritto, la materia atmosferica che per la sua abilità pare divenie progressivamente più densa e tangibile fino a dar l’impressione di sorreggere il corpo del danzatore.  Il quadro Crocifissione narra con grande pathos la salita al Golgota, simboleggiata da due travi di legno tenute sospese da una folla di quarantuno partecipanti all’azione scenica, accompagnata da canti sacri.

Questo dittico, attraverso dolore e bellezza, pietà e leggerezza, fonda il suo ambito di ricerca sull’esplorazione del gesto, della nascita del movimento come ritualità, affiancando rigore intellettuale e approccio lirico. Le voci e il gesto, la parola e il corpo. Il tracciato estetico di grande intensità emotiva, intrecciando cori sacri e corporeità,  volti anziani e grazia giovanile, sfocia in una resa plastica quasi scultorea, per un risultato assolutamente ieratico. Gli interpreti di questo lavoro di ricerca espressiva su un'idea di arte a tutto tondo hanno realizzato una catarsi  emotiva. Per rendere tangibile la possibilità evolutiva di questi passi della storia di Cristo congelati, cristallizzati, Sieni utilizza il gesto ciclico. In ogni corpo che partecipa alla performance il coreografo racchiude un'icona della storia dell'uomo di oggi. I movimenti e gli intrecci corporei degli interpreti, ripetuti ciclicamente, permettono, così, il riconoscimento, l'immedesimazione dell'uomo con l'uomo. L'intreccio tra gesti comuni e gesti evangelici crea un legame empatico  tra pubblico e interpreti di grande intensità emotiva: l'intersecarsi dei cori sacri con la corporeità dei ballerini, dei volti dei più anziani con la grazia plastica, produce un'opera che travalica i generi e diventa meditazione sulla danza in sé, sui suoi confini e le sue possibilità.

Come già in molti suoi lavori precedenti Sieni non si avvale della possibilità accattivante dei giochi di luci, preferisce confrontarsi con  la fissità luminosa e monocromatica, che, piovendo sui suoi danzatori perpendicolarmente permette una lettura simbolica. La composizione scenica è elemento complementare imprescindibile dell’opera, tanto più significativa  quanto più essenziale o apparentemente assente. La parte musicale è affidata alla corale G. Savani di Carpi, con accompagnamento monotonale per Deposizione e una pregevole esecuzione di canti sacri di Palestrina, Badalamenti e Jenkins per Crocifissione,  che accompagna l’intera coreografia e sottolinea ed esalta l’aspetto ieratico del gesto.

Come forse tutti i precedenti, anche questo lavoro di Sieni a tratti lascia lo spettatore, seduto sulle tavole del palcoscenico, con una sensazione di enigma non del tutto decifrato, a cui il coreografo fiorentino ha da tempo abituato il suo pubblico. Tuttavia questa danza è percepita quasi come propria di chi osserva, tanto da invadere gli spettatori con emozioni taglienti.